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Una giornata di studi dedicata a "II Partito democratico: idee per un'etica pubblica", di cui questo numero di FQP raccoglie gli atti. L'Italia attraversa una seria crisi politica, e il nascente Partito democratico costituisce un'opportunità di riportare la politica a livelli più consoni alla sua dignità. Si tratta di una storia molto antica: quella di un paese che non ha mai digerito bene scienza, capitalismo e democrazia, che pure ha praticato. Una cultura spesso spiritualista e quasi sempre illiberale è il segno più chiaro di questa mancata digestione. La presenza preponderante di un pubblico debole ne è conseguenza evidente. La mancanza di resistenza della struttura istituzionale di base nell'ultimo periodo rende il tutto più preoccupante. Ma cosa dovremmo fare noi italiani per diventare un pubblico forte? Come dobbiamo comportarci per fare in modo che i movimenti innervino progressivamente le istituzioni? Come spezzare la circolarità che porta a essere radicali perché le istituzioni non funzionano e che porta le istituzioni a non funzionare per la mancanza di una critica riformista? Come sanare il deficit di cultura liberale e democratica che contraddistingue il nostro paese? Sono le domande che un filosofo e un cittadino riflessivo rivolge oggi a Walter Veltroni e ai dirigenti del Partito democratico che nasce.